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Pagina:Il crepuscolo degli idoli.djvu/162

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IL CREPUSCOLO DEGLI IDOLI

secolo di decadenza? In modo che non solo per la Germania, ma per tutta l’Europa, Goethe non sarebbe stato che un incidente, una bella inutilità? Ma si disconoscono i grandi uomini se li si considera sotto la miserabile prospettiva di una pubblica utilità. Che non se ne possa trarre alcun profitto, è forse la caratteristica stessa della grandezza...


51.

Goethe è l’ultimo Tedesco per il quale io ho del rispetto: egli avrebbe risentito tre cose come io stesso le risento; noi ci intendiamo pure sulla «Croce»... Mi si domanda spesso perchè io scrivo in tedesco; giacchè in nessun luogo io sarei letto più male che nella mia patria. Ma infine chi sa se io desidero essere letto oggi? — Creare delle cose sulle quali il tempo tenta invano di mordere, tendere con la forma e con la sostanza ad una piccola immortalità — io non sono mai stato tanto modesto per esigere meno da me stesso. L’aforisma, la sentenza, in cui per primo sono diventato maestro tra i Tedeschi, sono le forme dell’«eternità»; il mio orgoglio è di dire in dieci frasi ciò che ogni altro dice in un volume — ciò che un altro non dice in un volume...

Io ho dato all’umanità il libro più profondo che essa possiede, il mio Zarathustra: le darò fra poco il suo libro più indipendente.





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