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IL CREPUSCOLO DEGLI IDOLI

spira più liberamente allorchè si passa dall’atmosfera cristiana, atmosfera da ospedale e da prigione, in quel mondo più sano, più alto e più largo. Come è povero il Nuovo Testamento di fianco a Manu, e che cattivo odore! — Ma questa organizzazione, essa pure, aveva bisogno di essere terribile, questa volta non nella lotta con la bestia, ma con l’idea contraria della bestia, con l’uomo che non si lascia allevare, l’uomo del miscuglio incoerente, lo Ciandala. E ancora essa non ha trovato altro mezzo per disarmralo e per indebolirlo, che di renderlo malato, — era la lotta con il «più gran numero». Forse non c’è niente che sia così contrario al nostro sentimento, quanto questa misura di sicurezza della morale indiana. Per esempio il terzo editto (Avadana-Sastra I), quello dei «legumi impuri», ordina che la sola nutrizione permessa ai Ciandala sia l’aglio e la cipolla, attesochè la santa scrittura proibisce di dar loro del grano e dei frutti che contengono dei grani, e che essa li priva di acqua e di fuoco. Lo stesso editto dichiara che l’acqua di cui essi hanno bisogno non può essere presa nè dai fiumi nè dalle sorgenti, nè dagli stagni, ma solamente ai bordi dei pantani e delle buche lasciate nel suolo dalle impronte dei piedi degli animali. È pure loro interdetto di lavare la propria biancheria, e di lavarsi essi stessi, perchè l’acqua che è loro concessa per grazia, non può servire che ad estinguere la loro sete. Infine esisteva ancora una proibizione alle donne Sudra, di assistere le donne Ciandala nei dolori del parto, e, per queste ultime, di assistersi mutualmente... Il risultato di una simile polizia sanitaria non doveva mancare di manifestarsi:

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