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Pagina:Il diavolo.djvu/177

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L’infestazione diabolica 169

di segnarsi tutto il corpo, fin dove fosse possibile di giungere con le mani. Confessava per altro che, stante la grande ressa dei demonii, il segno della croce rimaneva inefficace talvolta, come un’arma di cui per troppa calca di nemici più non si possa far uso. Ciò spiega come anche l’angelo custode, sebbene non abbandoni mai l’uomo, ma con tutte le forze anzi si adoperi in sua difesa, possa alle volte dar poco ajuto. I diavoli, dice Ricalmo, sono nell’aria come è il pulviscolo in un raggio di sole; anzi l’aria stessa è come una gelatina di demonii, nella quale l’uomo è immerso e sommerso. Si può anche dire che i diavoli involgono l’uomo come il guscio la testuggine, o che gli stanno addosso come uno strato di cenere. Un frate, essendo ancora novizio, vide una sera, dopo compieta, venir giù dal cielo una gran pioggia di diavoli, e correre l’onda impetuosamente, rigurgitando, per tutto l’atrio, e durar l’acquazzone finchè egli ebbe recitato per intero quattro volte il salmo Beati quorum. Come si vede, non colsero tutto il vero quei cabalisti i quali dissero che ciascun uomo aveva 1000 diavoli da