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Amori e figli del diavolo 191

riali, la mirabile storia di un cavaliere di Brettagna, che cavalcando una notte per una valle recondita, trovò in mezzo a una schiera di donne che si sollazzavano al cheto lume della luna, la propria moglie, già morta da un pezzo, la rapì, come si fa di un’innamorata, visse con lei molt’anni felicemente, e n’ebbe parecchi figliuoli, che per soprannome furono detti i figliuoli della morta, filii mortuae.


I diavoli facevano quando da incubi, quando da succubi; quando cioè da maschi e quando da femmine, secondo il gusto e l’opportunità; ma mi affretto a dire, senza pretendere di darne le ragioni, che essi volevano essere piuttosto maschi che femmine. Tommaso Cantipratense assicura d’avere ricevuto assai volte la confessione di donne che si dolevano d’essere state violate da incubi; e nella vita di san Bernardo si narra la scandalosa istoria di un incubo sfacciatissimo, il quale per più anni di fila giacque cotidianamente con certa femmina, senza un ritegno o rispetto al mondo, tanto che si cacciava in quello stesso letto in cui anche il povero marito dormiva.