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192 Capitolo settimo


Che la natura umana potesse essere profondamente turbata e sconvolta da quegli spaventosi contatti; che gli amplessi diabolici potessero tornare alle volte mortali, non parrà strano a nessuno, e chi ne voglia gli esempii può trovarne a bizzeffe negli scrittori. Tommaso Walsingham, monaco di sant’Albano d’Inghilterra circa il 1440, racconta la terribile storia di una fanciulla, che contaminata da un diavolo, morì in capo di tre giorni, enfiata per tutto il corpo, spandendo intorno orribile fetore. Cesario va più in là e racconta di una donna, la quale abbracciata (non altro che abbracciata) da un diavolo vestito di bianco, impazzì subitamente e morì poco dopo; e di un’altra, cui un diavolo travestito da servo toccò la mano, e che ebbe la stessa sorte.

Ben più strano parrà, credo, che donne di carne e d’ossa potessero reggere per anni ed anni a quei connubii senza troppo risentirsene: e pure anche di ciò sono prove ed esempii; celebre tra gli altri quello di un diavolo e di una donna i cui amori durarono un quarto di secolo. E sembra che alle volte i diavoli innamoras-