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Pagina:Il diavolo.djvu/222

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214 Capitolo settimo

riente; ma notizie non vengono, e intanto un eremita, il quale ha fiutato l’inganno, comincia a mettergli certi dubbii e certi sospetti nell’animo. Un giorno il sant’uomo capita in corte, nell’ora del banchetto, entra in sala, e senza più cerimonie ordina alla signora contessa, figlia del re d’Oriente, di tornarsene difilata all’inferno, ond’è venuta. La signora contessa, cioè il demonio, non se lo fa dire la seconda volta, e schizza via come una saetta, gettando all’aria un orribile e veramente diabolico grido. Il conte, per espiare il suo peccato, imprende una crociata e ammazza molta gente. Quanto alle due figliuole, non fanno poi quella mala riuscita che c’era da aspettarsi, essendo nate di cotal madre.


Oltre ai naturali, generati da loro, i diavoli potevano avere dei figliuoli adottivi e avventizii, dei quali non si davano meno pensiero che degli altri, sia che li rubassero, sia che li avessero da genitori malvagi o disavveduti. Molte storie edificanti si potrebbero raccontare a tale proposito; a me basterà ricordarne qualcuna.