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L'evocazione 255


La prima delle magiche operazioni, quella che avviava a tutte l’altre, era l’evocazione, con cui si forzava Satana, o alcuno de’ diavoli suoi, a comparire; operazione non difficile quando se ne conosceva il modo, ma pericolosa a chi vi procedesse sbadatamente, senza le opportune cautele. Si faceva più comunemente di notte, anzi nel punto di mezzanotte; ma poteva farsi anche di pien mezzogiorno, essendo quella l’ora in cui ha più vigore il diavolo meridiano. Facevasi nei bivii, nei trivii, nei quadrivii, nel fondo di selve cupe, sopra lande deserte, tra rovine antiche. L’evocatore si chiudeva in un cerchio, o, per più sicurezza, in tre cerchi, tracciati in terra con la punta di una spada, e doveva badar bene di non lasciar cogliere fuor di quel limite la più piccola parte di sè, e di non concedere a patto alcuno cosa che il diavolo potesse chiedergli. Ne andava la vita. Il solito Cesario racconta di un prete, che adescato a uscire del cerchio, fu tutto fracassato dal demonio, per modo che in capo di tre giorni morì; e racconta di uno scolare di Toledo, che avendo sporto fuor del cerchio un dito, verso un de-