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Ancora l'inferno 313

scere in qualche modo l’atrocità dei tormenti che pativa, scosse un dito sovra la palma della mano di lui, facendovi cadere una piccola goccia di sudore, che “forò la mano dall’uno lato all’altro con molto dolore e pena, come fosse stata una saetta focosa et aguta.„

Le pene infernali sono, al dir dei teologi, non solo continue nel tempo, ma continue ancora nello spazio, in questo senso, che non è nel dannato neppur una minima particella che non soffra intollerabile strazio, e sempre egualmente intenso. Strumento principale di pena è il fuoco. Origene, Lattanzio, san Giovanni Damasceno, credettero che il fuoco infernale fosse un fuoco puramente ideale e metaforico; ma la grande maggioranza dei Padri tenne contraria opinione, e sant’Agostino disse che se i mari tutti della terra confluissero in inferno non potrebbero temperarvi l’ardore delle orribile fiamme che perpetuamente vi divampano. Oltre il fuoco v’è il ghiaccio, vi sono i venti impetuosi e le piogge dirotte, vi sono animali orribili, e mille qualità di tormenti, che i diavoli inventano e adoprano. San Tommaso prova che