Vai al contenuto

Pagina:Il mortorio di Christo.djvu/12

Da Wikisource.

nati. Havendo io dunque scritto con stile tragico il Mortorio di Christo, hò voluto adornare l’attione con alcune divote speculationi, più tosto da contemplativo, che da poeta, facendo sopra il tenore dell’historia un accordato contrapunto, non di favole, ò di menzogne, ma d’inventioni piene di sentimenti mistici, che illustrino la scena, appaghino i curiosi, movino à divotione i semplici, e spieghino con maggior pompa i ritratti della Bontà, e della Pietà di Dio. E per render cagione delle cose su’l particolare, hò introdotto per far il prologo l’ombra d’Adamo, cioè lo spirito vestito di corpo fantastico, come sovente sogliono comparire, e gli Angioli, e l’anime de’ defonti; perche egli conosca la gravezza del suo peccato dalla grandezza de’ dolori di Christo. E s’è vero, che il corpo d’Adamo era sepelito nel monte Calvario, non è gran fatto, nè ripugnante al vero, aggiungere alla presenza del corpo l’assistenza dello spirito, e specialmente in quel giorno quando risuscitarno tanti morti, trà quali ben poteva ritrovarsi il primo nostro Padre, per la cui colpa il secondo Adamo principalmente moriva.

I due morti rissuscitati si fanno veder per la scena, e sempre con divoti discorsi, e non alieni dalla materia principale, & in presenza di quelle persone, che meritavano la gratia di queste apparitioni. E quella inventione stà tutta appoggiata sopra le parole del Vangelo: Multa corpora Sanctorum qui dormierant, surrexerunt, & apparuerunt multis.

Il nome del Rabbino è finto; ma nel greco Idioma altro non vuol dir Misandro, che odioso, et inimico de gli huomini, ò dell’huomo; e questo stesso vuol dir