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SCENA pp.ima: i Del btl mondo di là li Stelli, l'I Sili, Mani tempo del morir l'hota ì del parto j Chi morte ì il dì natiti de l'altra vita; £ allhor v tv fon le doghe,» l'alma /ugge A la parte di là, ne può [offrir».
Che la fua Itemilà /iggiaccia al tempi.
Hcr,quando può vedergli itemi albori, Se non troua il fuo ben tante s'affligge, Ch’à pena dir lo può colui, che‘1 proua.
I quindi annitrì, ch'tn dui diuerfiflati Vna fueniura equalt Hot fa fintiti, homo» fintiti il mMe.
Mcr.i. Hcr,poiché habbiàproportionalo alquati A qutft’aria di qua lo Spirti auczzo Ahin. è pur trofpo à qut‘ noiofi horrori j Pria,chi partiamo,»dtffequir l'impeto Dii noUr» Dio,flit btn veder d'apprefie il fanto corpo, » riunirlo,ad onta Di chi l’iffefe;à fin ch'à li futpiaghi Con denoti fofpiri leggiamo i fuci paffuti aspri martiri .
Itor.x.Amiiam.ma non d'apprtffo-,chela Madre Affffa al tronco femiuiua attende II Mortoio dii Figlie : i non habbiamo Ordin, da comparir , dou'tllaflia, Forfè per non hauerne*futi dolori Alcun conforto, fi da noi/enti/fi L’acqui fìat» vittorie, » i gran trionfi Dtl da lei tanto folpirato pegno.
Mor.\,An{i per non partr.chi la /ita fede, Viuact sì, ch'ogni certezza attanza , Si fogno ha di miraceli. I di morti Ri/u/citaii, è d'altre aiuto efìerne, A 4 Nen »
