Pagina:Il sistema della tariffa annonaria sul pane in Roma.djvu/31

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sannita, il tiburtino, il sabino, fra i nostrali stanno in concorrenza di vendita con quello delle paludi, dell’agro Romano, e della spiaggia cornetana; come i grani di Romagna e delle Marche con quei di levante, e dei porli occidentali della Russia; si ha dunque differenza di inerte con gradazioni infinite; prezzi corrispondenti all’estimazione con estreme variabilità. Si vende al suo valore un grano deperito per età, per incuria, per avaria, per bisogno, e le assegne della vendita sono accettate e calcolate nel prezzo medio senza prendere considerazione speciale di queste circostanze. Cosi nella vendita di una partita di grano, spesso succede che per risparmio di spesa si convenga di accettare la merce sulla misura di scandaglio, ciò basta perchè sia esclusa dalla calcolazione. Il magistrato assume le assegne collettivamente, ne somma il prezzo, e diviso questo per la quantità delle rubbia, il quoto che ne risulta chiama prezzo medio. Altra volta nelle fasi della tariffa, si assumeva questo calcolo sui contralti ogni olio giorni; oggi si assume in ogni quindici. Non è il sistema di ricavare il prezzo medio, è la sua applicazione che rifugge da ogni idea di rettitudine e di vera e non apparente giustizia. Fatta ipotesi, per semplicità di argomento, di tre vendite di grano di un rubbio l’una, e la differenza della loro qualità portasse quella del prezzo in Scudi 10 11 o 12, che sommandoli vengono scudi