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IX.


Da sei mesi Elena Bancu soffriva segretamente per lo strano matrimonio di Cosimo; le sembrava un brutto sogno; e invano avea cercato di manifestare la sua antipatia e di opporsi. Amava intensamente il fratello, ed era disposta a perdonargli ogni difetto, ma che la fatalità che lo dominava lo trascinasse verso un’unione infelice, no, non poteva sopportarlo. Intuiva e prevedeva qualcosa di triste, e ne soffriva, pur dicendosi che forse sbagliava nel suo presentimento, e pregando e sperando che così fosse.

Cosimo mise su casa a parte, volendo vivere indipendentemente, ma la dote portata dalla sposa, sebbene buona, non poteva bastare a tutto. Egli diceva sempre di voler occupare una posizione ferma e sicura, ma sebbene ciò, con le influenze della famiglia Marchis, riuscisse facile, non si decideva mai, per infingardaggine e amore di vita libera e gaudente.

Ora, anche le esigenze della sposa erano molte, ed egli non guadagnava nulla; aveva debiti a forti interessi e accennava ad accrescerli, anzichè estinguerli. Elena si sentiva triste sapendo