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Pagina:Il vicario di wakefield.djvu/115

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106 il vicario di wakefield.

novità allettare chicchessia. Il primo fallo è frutto della inesperienza; ma ogni altro è partorito dalla colpa. Quella sgraziata sarà sempre da me ricevuta con amorevolezza, s’ella fosse anco macchiata di mille vizi. Io porgerò ancora volentieri orecchio all’armonia della sua voce, e poserò il mio capo sul seno di lei in segno di tenerezza, purch’io la sappia pentita. Dammi, o figliuol mio, la mia Bibbia e il mio bastone, ch’io voglio andarne in traccia dell’infelice; e se non mi è dato di risparmiarle l’infamia, farò almeno ch’ella nella iniquità non perseveri lungo tempo.”

CAPITOLO DECIMOTTAVO.

Un padre in traccia della smarrita figliuola per richiamarla a virtù.

Il mio bambino non sapeva descrivermi la persona che aveva menata per la mano la sorella al calesso; di altri però io non sospettava che del giovane nostro padrone, essendo a tutti palese quant’egli fosse uomo per sì fatte tresche espertissimo. Quindi rivolsi i miei passi verso il castello Thornhill con animo di scagliare a colui mille rampogne e ricondurre a casa mia la figliuola. Ma prima di giungervi incontrai uno de’ miei parrocchiani il quale mi narrò d’aver veduta una gentildonna somigliante alla mia fanciulla in un calesso da posta con un signore, che se ne andavano a scavezzacollo. Da quanto seppe dirmi quell’uomo, conghietturar si poteva essere ella non altrimenti che col signor Burchell; ma io non andai pago gran fatto di tale avviso. Per la qual cosa diritto m’avviai allo scudiero; e quantunque fosse ancora di buon mattino, insistetti nel chiedere di parlargli tostamente. Poco stante egli uscì fuori con volto sommamente familiare e sereno, e parve oltre ogni dire stupefatto per