Pagina:Iliade (Monti).djvu/118

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v.48 libro quinto 107

Dell’erboso Scamandro. Allora i Dánai
Cacciâr li Teucri in fuga; e ognun de’ duci
Un fuggitivo uccise. Agamennóne50
Primier riversa il vasto Hodio dal carro,
Degli Alizóni condottiero, e primo
Al fuggir. Gli piantò l’asta nel tergo,
E fuor del petto uscir la fece. Ei cadde
Romoroso, e suonâr l’armi sovr’esso.55
   Dalla glebosa Tarne era venuto
Festo figliuol del Méone Boro. Il colse
Idomenéo coll’asta alla diritta
Spalla nel punto che salía sul carro.
Cadde il meschin d’orrenda notte avvolto,60
E i servi lo spogliâr d’Idomenéo.
   L’Atride Menelao di Strofio il figlio
Scamandrio uccise, cacciator famoso
Cui la stessa Dïana ammaestrava
Le fere a saettar quante ne pasce65
Montana selva. E nulla allor gli valse
La Diva amica degli strali, e nulla
L’arte dell’arco. Menelao lo giunse
Mentre innanzi gli fugge, e tra le spalle
L’asta gli spinse, e trapassògli il petto.70
Boccon cadde il trafitto, e cupamente
L’armi sovr’esso rimbombar s’udiro.
   Prole del fabbro Armónide, Fereclo
Da Merïon fu spento. Era costui
Per tutte guise di lavori industri75
Maraviglioso, e a Pallade Minerva
Caramente diletto. Opra fur sua
Di Paride le navi, onde principio
Ebbe il danno de’ Teucri, e di lui stesso,
Perchè i decreti degli Dei non seppe.80
L’inseguì, lo raggiunse, lo percosse