Pagina:Iliade (Monti).djvu/137

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126 iliade v.693

Immote arresta di Saturno il figlio
Quando l’aria è tranquilla e il furor dorme
Degli Aquiloni o d’altro impetuoso695
Di nubi fugator vento sonoro;
Di piè fermo così senza veruno
Pensier di fuga attendono gli Achivi
De’ Troiani l’assalto. E Agamennóne
Per le file scorrendo, e molte cose700
D’ogni parte avvertendo, Amici, ei grida,
Uomini siate e di cor forte, e ognuno
Nel calor della pugna il guardo tema
Del suo compagno. De’ guerrier che infiamma
Generoso pudore, i salvi sono705
Più che gli uccisi; chi rossor di fuga
Non sente, ha persa coll’onor la forza.
   Scagliò l’asta, ciò detto, ed un guerriero
Percosse de’ primai, commilitone
Del magnanimo Enea, Dëicoonte,710
Di Pérgaso figliuol tenuto in pregio
Dai Teucri al paro che di Priamo i figli,
Perchè presto a pugnar sempre tra’ primi.
Colpillo Atride nell’opposto scudo
Che difesa non fece. Trapassollo715
Tutto la lancia, e per lo cinto all’imo
Ventre discese. Strepitoso ei cadde,
E l’armi rimbombâr sovra il caduto.
   Enea diè morte di rincontro a due
Valentissimi, Orsiloco e Cretone,720
Figli a Dïócle, della ben costrutta
Città di Fere un ricco abitatore.
Scendea costui dal fiume Alfeo che largo
La pilia terra di bell’acque inonda:
Alféo produsse Orsiloco di molte725
Genti signore, Orsiloco Dïócle,