Pagina:Iliade (Monti).djvu/141

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130 iliade v.829

De’ Troiani la piena, che ristretti
Erano e molti e poderosi, e tutti830
Con armi d’ogni guisa e d’ogni tiro
Ad incalzarlo, a repulsarlo intesi,
Ei benchè forte e di gran corpo e d’alto
Ardir diè volta, e si ritrasse addietro.
   Mentre questi alle mani in questa parte835
Si travaglian così, nemico fato
Contra l’illustre Sarpedon sospinse
L’Eraclide Tlepólemo, guerriero
Di gran persona e di gran possa. Or come
A fronte si trovâr quinci il nepote840
E quindi il figlio del Tonante Iddio,
Tlepólemo primiero così disse:
   Duce de’ Licii Sarpedon, qual uopo
Rozzo in guerra a tremar qua ti condusse?
È mentitor chi dell’Egíoco Giove845
Germe ti dice. Dal valor dei forti,
Che nell’andata età nacquer di lui,
Troppo lungi se’ tu. Ben altro egli era
Il mio gran genitor, forza divina,
Cuor di leone. Qua venuto un giorno850
A via menar del re Laomedonte
I promessi destrieri, egli con sole
Sei navi e pochi armati Ilio distrusse,
E vedovate ne lasciò le vie.
Tu sei codardo, tu a perir qui traggi855
I tuoi soldati, tu veruna aita,
Col tuo venir di Licia, non darai
Alla dardania gente; e quando pure
Un gagliardo ti fossi, il braccio mio
Qui stenderatti e spingeratti a Pluto.860
   E di rimando a lui de’ Licii il duce:
Tlepólemo, le sacre iliache mura