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122 ILIADE 199-228

e mormorò cosí nel suo cuore, crollando la testa:
200«Misero te, che in mente neppure ti passa la morte,
che tanto è a te vicina! Tu l’armi indossasti immortali
d’un uom prode fra i prodi, di cui treman pure tanti altri:
al suo compagno mite gagliardo tu desti la morte,
senza riguardo, via degli omeri l’armi e dal corpo
205tu gli strappasti. Ora io conceder ti voglio gran gloria,
che ti compensi; perché, quando tu tornerai dalla pugna,
l’armi d’Achille famose, da te non avrà la tua sposa».
     Disse, e chinò le azzurre sue ciglia il figliuolo di Crono,
e su le membra adattò l’armi ad Ettore. E l’orrido Marte
210s’infuse a lui nel seno, terribile; e pieni i precordi
furon di forza e d’ardire; e verso gl’insigni alleati,
con un grande urlo mosse, comparve fra loro improvviso,
tutto lucente nell’armi d’Achille magnanimo cuore.
E tutti, ad uno ad uno, coi detti spronava alla zuffa:
215Glauco, d’Ippòloco figlio, Medonte, Tersíloco, Meste,
Asteropèo, Desènore, Fòrcide, Cromio, Ippotòo,
ed Ènnomo, d’augelli l’interprete esperto. Costoro
egli incitava, e a tutti volgeva volanti parole:
«Innumere tribú dei vicini alleati, ora udite:
220non per avere con me, per bramare gran copia di genti,
qui dalle vostre città v’ho fatti venire, uno ad uno,
ma perché voi dagli Achivi bellicosi voleste schermire
con pronto cuor, le spose troiane, ed i teneri figli.
Perciò tributi e offerte dal popolo esigo, e lo sposso,
225per mantenere voi, perché non vi manchi lo zelo.
Per questo, ognun di voi diritto si volga al nemico,
e vinca, oppur soccomba: ché questo è il colloquio di guerra.
E chi potrà la salma portare di Pàtroclo in Troia,