Pagina:Iliade (Romagnoli) II.djvu/140

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649-678 CANTO XVII 137

E Aiace allora al buon Menelao volse queste parole:
650«Or cerca, Menelao, progenie di Numi, se vivo
vedi tuttora il figlio di Nestore Antíloco; e digli
che, quanto prima può, si rechi ad Achille, e gli dica
che morto giace quegli che amò sopra tutti gli amici».
     Cosí disse. E l’invito fu pronto a seguir Menelao.
655E quindi mosse, e parve leon che abbandona una stalla:
che, poi che stanco è fatto, lottando coi cani e i pastori,
che, tutta notte desti, contrasto gli han fatto, che grassa
preda facesse dei bovi — s’avventa egli pure per brama
ch’à delle carni, e a nulla riesce, ché incontro zagaglie
660volano fitte a lui, lanciate da mani gagliarde,
volan fascine accese: per quanto feroce ei le teme — ,
all’alba infine lungi si volge ed il cuore gli piange.
Cosí, lontano andava da Pàtroclo il buon Menelao,
a mal suo grado: troppo temea che i guerrieri d’Acaia
665per quel terrore lui lasciassero preda ai nemici.
E Merióne molto, e molto ammoniva gli Aiaci:
«Aiaci, che a battaglia guidate gli Achèi, Merióne,
ora della bontà del misero Pàtroclo, ognuno
abbia memoria: seppe con tutti, sin ch’egli fu vivo,
670esser soave: e adesso l’ha còlto il Destino di morte».
     Il biondo Menelao, si scostò, come questo ebbe detto,
e d’ogni intorno l’occhio rivolse, ed un’aquila parve
che, dicono, ha la vista piú acuta di tutti gli uccelli,
e non le sfugge, per alta che voli, una lepre veloce
675che si rimpiatti sotto fronzuto cespuglio, ma sopra
si lancia a lei, l’afferra di bòtto, e le toglie la vita.
Cosí del pari a te roteavano gli occhi fulgenti,
o Menelao, d’ogni parte cercando, se mai fra le schiere