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144 ILIADE 20-49

20Pàtroclo spento giace, d’intorno al cadavere ignudo
arde la lotta: ché l’armi cadute son d’Ettore in mano».
     Disse. Ed Achille avvolse di cruccio una nuvola negra:
polvere e cenere prese con ambe la mani dal suolo,
e se le sparse sul capo, bruttandone tutto il bel volto.
25Tutto il nettareo manto fu sparso di cenere negra;
ed ei, l’alta persona distesa in gran tratto di suolo,
giacea, con le sue mani bruttava, straziava le chiome.
Tutte le donne che Achille con Pàtroclo aveva predate,
levarono alte grida, ferite nel cuore; ed uscite
30fuor dalla tenda, tutte d’intorno al figliuol di Pelèo,
si percotevano il seno, mancando a ciascuna le forze.
Lagni dall’altra parte levava di Nestore il figlio,
pianto versava, le mani reggendo ad Achille piangente,
ch’egli temea che la gola segarsi volesse col ferro.
35Orrido pianto levava. L’udí la divina sua madre,
che negli abissi del mare sedea presso il padre vegliardo,
e levò gemiti anch’essa. D’intorno si strinsero a lei
tutte quant’eran le figlie di Nèreo, nel fondo del mare:
erano quivi Azzurra, con Florida e Amicadellonde,
40Vaganegliàntri, Isolana, Veloce, Marina occhiardente,
Rattasulonde, Amicadeilidi, Paludecorrente,
Dolcedimiele, Gaietta, Velocesuiflutti, Miranda,
Donodelmare, Prima, Possente, Trasportosoave,
Vastodominio, Dolcericetto, Fragliuominibella,
45Doride, Tuttoveggente; con esse era pur Galatea
inclita, e Verità, Senzafrode, Bellezzasovrana,
Clímene v’era, e Gioiadelluomo, e Signoradigioia,
e Fulgida, e Amatèa dai riccioli belli, ed Orízia,
e quante v’erano altre Nerèidi nel fondo del mare.