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194 Dio ne scampi

rendersi ragione dell’atto brutale di questo modo energico di terminare una conversazione confidenziale, a bassa voce. Cosa poteva aver detto il Barberinucci, per provocare od, almanco, motivare tanta irruenza, nel capitano, che, in fin de’ conti, era una bonissima pasta d’uomo, un caro figliuolo, e ben veduto come suole accadere de’ giocatori infelici? Nondimeno, i primi giudizî erano contrari a Maurizio. Non era, mai, accaduto uno scandalo simile, nel circolo: e come finirebbe la storia?

Il marchese, livido, come riebbe il fiato, brontolò, con ghigno crudele e co’ denti stretti: - «Questo, gli è un modo hurioso di sardare i debiti. Gli è chiaro, che, di noaltri due, uno, armeno, domattina, ’un pò vihere. Se mojo io, ’un mi pagache la hambiale; se crepate ’oi, le dieci mila lire, le sfumano. Ah! che ’un c’è peggio dell’aver da fare hon disperachi. Ma, da un napoletano, e’ bisogna aspettarsi tutto: e tutto è poho.» -

Maurizio rispose: - «Io vado a casa, difilato: aspetterò, lì, due suoi amici...» -

— «’Un li aspetterà, lunga pezza...» -

— «Spero! E La pregherei di affidar loro il pagherò mio, perchè, prima d’ogni altra trattativa, io lo soddisfi. Nè tratterò d’alcun altro affare comune, se, prima, questo non