Pagina:Imbriani - Dio ne scampi dagli Orsenigo, Roma, Sommaruga, 1883.djvu/220

Da Wikisource.
210 Dio ne scampi

rinda - «veramente, la signora Della-Morte non ha, mai, fatto parlar di sè.» -

— «Avrà fatto sparlare!» -

— «Nè parlare, nè sparlare.» -

— «Chêh! voi siete troppo buona e (perdonate che vel dica) troppo ingenua» - replicava l’ingenuo Salmojraghi. - «Non è tutt’oro quel, che luce; alla prova, si riconosce la stoffa. Forse, anche, laggiù, non si bada, punto, a tante e tante cose, che scandalizzerebbero nojaltri settentrionali. È quistion di clima!» -

Ma cos’avrebbe dovuto fare Donna Chiarastella? Sotto pretesto di rigorismo, rinunziare a vedere, ad accudire il figliuolo? O vederlo di rado e facendo sgarbi, a chi, con tanto zelo, lo assisteva? Pretendere, che venisse trasportato, altrove? e mandare a chiamare la Misericordia, all’uopo? Ma qual medico avrebbe consentito, al trasporto? Non sarebbe stato un porre, a repentaglio, quella vita, a lei, cara? E qual dritto aveva, essa, madre, di abusare della malattia di lui, per toglierlo, alla compagna, ch’e’ sembrava essersi scelta? E la Salmojraghi-Orsenigo le avrebbe, poi, lasciato, liberamente, esercitare questo dritto contestabilissimo? E perchè avrebbe dovuto voler male, ad una donna, che, in fin dei conti, si era sacrificata, pel figliuol suo, abbandonando parenti, patria, casa, marito,