Pagina:Imbriani - Dio ne scampi dagli Orsenigo, Roma, Sommaruga, 1883.djvu/83

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dagli Orsenigo. 73

l’Orto. Certo, ch’egli avrebbe voluto, solo, tutt’al più, sberrettarsele, alla sfuggita: la vista di colei, che gli era stato angelo di sventura, che lo avea scorto piangere e soffrire, lascio immaginare quanto il rallegrasse!

Ma la gentile non sofferse, ch’egli passasse oltre. Anzi, il fermò, arditamente; ed i rimproveri grandinarono! Trattenersi, da un mese, in Milano, senza essere stato a visitarla!

— «Vi ho aspettato, tutti questi giorni, dacchè i giornali mi annunziarono l’arrivo del Reggimento. Spero, che non mi disconoscerete o rifiuterete per amica, neh? Stasera, sarò, in casa, tutta la serata...» -

Dal Lei compassato, che, solo, avevano adoperato a Napoli, saltava, così, di botto, al Voi confidenziale. Maurizio cosa poteva fare, se non domandarle il permesso di venirne, la sera stessa, a chiederle scusa, per non aver potuto ossequiarla, prima, oppresso da tanti affari? Il permesso gli fu accordato. Ed egli, imprecando, in cuor suo, al caso impertinente, che gli aveva fatto dar di naso, proprio, in quella pettegola, imprecando all’obbligo, in cui si trovava, d’approfittare del permesso, per non parer villano, si accommiatò dalla signora, sotto pretesto del rapporto, cui non poteva mancare. Era la solita scusa sua, per liberarsi da’ rompitasche: