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Pagina:In morte di Lorenzo Mascheroni.djvu/18

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(18)

Dopo molto affannarsi entro il suo velo,
E anelar stanca su l’uscita, alfine
12L’ali aperse e raggiando alzossi al cielo.

Le virtù, che diverse e pellegrine
La vestìr mentre visse, il mesto letto
15Cingean, bagnate i rai, scomposte il crine:

Della patria l’amor santo e perfetto,
Che amor di figlio e di fratello avanza,
18Empie a mille la bocca, a dieci il petto:

L’amor di libertà, bello se stanza
Ha in cor gentile, e, se in cor basso e lordo,
21Non virtù, ma furore e scelleranza:

L’amor di tutti, a cui dolce è il ricordo
Non del suo dritto ma del suo dovere,
24E, l’altrui bene oprando, al proprio è sordo:

Umiltà, che fa suo l’altrui volere:
Amistà, che precorre al prego e dona,
27E il dono asconde con un bel tacere:

Poi le nove virtù che in Elicona
Danno al muto pensier con aurea rima
30L’ali, il color, la voce e la persona;