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Pagina:In morte di Lorenzo Mascheroni.djvu/53

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Qui sparve l’alta visïon: poi nacque
Per entro al negro vortice un confuso
183Romor d’ali e di piè che di molt’acque

Parea lo scroscio. Ma repente schiuso
Fiammeggiò quel gran buio, e folgorando
186Due cherubini si calaro in giuso:

Que’ due medesmi del divin comando
Esecutori, che nel pugno aviéno
189L’un d’olivo la fronda, e l’altro il brando.

Ratti a paro scendean come baleno,
E due gran solchi di mirabil vista
192Paralelli traean per lo sereno.

L’uno è pura di luce argentea lista;
L’altro è turbo di fumo che lampeggia,
195E sangue piove che le stelle attrista.

Di qua tutto sorriso il ciel biancheggia;
Di là son tuoni e nembi, e in suon di pianto
198L’aria geme da lungi e romoreggia.

Seguían coll’ali del vedere un tanto
Prodigio stupefatti i due lombardi,
201Coll’altro spirto di che parla il canto;


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