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Pagina:In morte di Lorenzo Mascheroni.djvu/86

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Spense i detti una voce che gridava:
Pace al mondo: - e quel grido un improvviso
225Suon di cetere e d’arpe accompagnava.

Tutto quanto l’Olimpo era un sorriso
D’amor; nè dirlo nè spiegarlo appieno
228Pur lingua lo potrìa di paradiso.

Si rizzar tutte e quattro in un baleno
L’alme lombarde in piedi; e ver la plaga,
231D’onde il forte venìa nuovo sereno,

Con pupilla cercar intenta e vaga
Quest’atomo rotante, ove dell’ira
234E degli odii sì caro il fio si paga.

E largo un fiume dalla Senna uscire
Vider di luce, che la terra inonda,
237E ne fa parte al ciel nel suo salire.

Tutto di lei si fascia e si circonda
Un eroe, del cui brando alla ruina
240Tacea muta l’Europa e tremebonda.

Ed ei l’amava: e nella gran vagina
Rimesso il ferro, offrì l’olivo al crudo
243Avversario maggior della meschina,