Pagina:Ingegneri - Contro l'alchimia e gli alchimisti palinodia dell'Argonautica, 1606.djvu/57

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F R I M O. € di se dìeffa> e de la bella Donna, Che (muto,nouellodf irto tnfuje Elei 0 cor > 1i£ l r v*nerabtl Volto. Moueafi intanto à rifuegltar gli augelli L’Aura Nuntia de l’Alba, e fronde > e fiori Per lefelue dedìaua, e per le piagge^ •precorrendo à colei, ch’ai c olpì ecorre. Quando l’Heroe» che l’otiofi piume Premer noti fieppeoltra quel punto mai, Che vie dagri altro è più lontan dalgiorno, L’armi fae chiefe,elaper/ona illudine Li e refe adorna alhorpth chefiecura; Che ne l’bauuto rvirtuofo dono Staua tutto thonor de la Vittoria. Ed ecco forta la vermiglia Aurora Con la fronte di ro/e, e co’i pie d’oro A fare alnouo SoKvsatafcorta. ffl qual pero ncn con Pausato lume, Ma d’altri rat dipiùfflendor lucente, Qual de le nozJl dì leggiadra (posa Tatte sue pompe 3 e sue vaghezze aduna, ldAnfiteatro de la Gran Regina Oltra misurafeo chiaro 3 adorno. E parue anco affi ettar (antico corso, L’audace fatto di Veder bramoso. La mezzanot te. I-,He mifpero. Entrai