Pagina:Inni di Callimaco.djvu/93

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mava la Teoride; a memoria appunto di quella, su cui vi approdò Teseo con quella gioventù liberata dal Minotauro: τοπηῖα νηὸς ἐκείνης, che comunemente è tradotto per rudentes, funes navis, il Chiarissimo Sig. Ennio Quirino Visconti non dubita, che si debba tradurre imaginem navis illius, e lo deriva dal verbo τοπεύω, che vuol dire conjicio, arguo; onde τοπηῖα, quasi conjectationem et imaginem.

31 Questo correre intorno all’ara di Delo sotto la sferza, e con le mani legate a tergo mordere il tronco dell’oliva furono giusta l’antica opinione trastulli trovati da una ninfa di Delo per dilettare Apollo fanciullo, di poi furono consacrati, e divennero pratiche religiose, che non si omettevano da veruno, che s’avvenisse a passare vicino a quell’isola; della quale chi più saper ne volesse, oltre i famosi commentarj di Spanemio a Callimaco, può consultare la dissertazione dell’Ab. Sallier su questo argomento, inserita nel Tomo terzo degli Atti dell’Accademia delle Iscrizioni.


PALLADE


1 I Romani lavavano ogni anno la statua di Cibele nel fiume Almone, gli Argivi la statua di Pallade nel fiume Inaco. Le donzelle Argive massimamente della tribù degli Acestoridi n’erano le lavatrici. Si portava insieme col simulacro della dea lo scudo di Diomede, al qual rito diede principio il sacerdote Eumede, che dannato a morte dal popolo si rifugiò con esso, e alzò altari a Pallade sul monte Crio, che indi ebbe nome di Pallatide. Nel giorno