Pagina:Ioannes Baptista a Vico - Opera latina tomus I - Mediolani, 1835.djvu/137

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italorum sapientia 107

cosa che mi sostiene, che è la sostanza; la sostanza porta seco l’idea di sostenere, non di essere sostenuta; dunque è da sè; dunque è eterna ed infinita; dunque la mia essenza è Iddio che sostiene il mio pensiero. Tanto importano i parlari de’ quali sieno stati autori i sapienti uomini, che ci fan risparmiare lunghe serie di raziocinj. E per queste istesse ragioni egli è da notarsi ancora, che quando dall’esistenza sua vuole inferire l’esistenza di Dio, impropriamente esplica la sua pietà; perchè da ciò, che io esisto, Dio non esiste, ma è: e per li nostri ragionati principj di metafisica l’esistenza mia si trova falsa, quando si è pervenuto da quella a Dio; perchè ella non è in Dio, a ragione che l’esistenza delle create cose è essenza in Dio. Iddio non ci è, ma è; perchè sostiene, mantiene, contiene tutto; da lui tutto esce, in lui tutto ritorna.

Questa è la ricerca che per soddisfarvi ho fatto delle moltissime cose che a voi sembrano aver bisogno di pruova; non so vedere le altre: priegovi a farmene accorto, ma insiememente a considerare queste tre cose: 1.° Che per vera cagione intendo quella che per produrre l’effetto non ha di altra bisogno: 2.° Che la guisa onde ciascuna cosa si forma, si ha a ripetere onde furono mossi gli elementi da prima, e da tutte le parti dell’universo: 3.° Che la virtù è lo sforzo del tutto, col quale manda fuori e sostiene ogni cosa particolare.

Veda, non le vostre difficoltà tutte si possano sciogliere, con farsi da capo ad una o a tutte e tre queste definizioni, e poi le mi scriva: e divotamente vi riverisco.



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