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14 emancipazione


L’uomo per diversa natura e conformazione dispiega le facoltà dell’anima con più forza dominatrice, con più ragionevole e stabile regolarità.

Se egli fino dai primissimi tempi è stato il Capo della famiglia, il patriarca delle nomadi tribù, il re dei popoli, il giudice, il legislatore; se in ogni nuova terra scoperta si è trovato sempre in simile sovrana condizione, se tutte le religioni e legislazioni e filosofie ve lo hanno mantenuto, è conseguente che egli è stato riconosciuto e provato dalla esperienza e saggezza dei secoli, superiore alle donna per facoltà fisiche ed intellettuali, tanto che glie ne è venuto il diritto fino ad oggi incontrastato, di farsele sostegno, guida e difensore pur anco contro se stessa, nei cimenti e pericoli in cui la espone la di lei fragile natura e la morbosa qualità del suo sentimento. Tutto nella mirabile dualità che compone l’unità creante, operante e pensante, ha nell’uomo il movente primo. Egli feconda, la donna concepisce. Egli dà il germe, essa lo sviluppa e partorisce. Egli pensa, ella eseguisce. L’uomo è il Verbo, la donna è l’Eco che lo ripete e diffonde, insegnandolo, trasmettendolo ai figli.

Non si può negare, anzi è un vero assoluto, che alcune donne ebbero, per speciale privilegio, naturale attitudine e capacità morali e intellettuali pari a quelle dell’uomo, e come lui poterono sovraneggiare, com-