Pagina:Isabella Gabardi-Brocchi Considerazioni sui diritti delle donne.djvu/9

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emancipazione 15

battere, ordinare, resistere e ragionare; e spesso invece ci troviamo di fronte degli uomini degeneri, inetti, timidi e fiacchi, che non vivono che per danno e peso altrui. Ma, se ci furono le Semiramidi, le Zenobie, le Caterine, le Elisabette e ben altre che ressero popoli e governarono nazioni; se si trovarono le Saffo, le Corinne, le Vittorie Colonna, e Gaspara Stampa, e l’Agnesi, e la Stael, e la Sand, e la Somerville che, con moltissime consimili ad esse, per talenti scientifici, letterari e poetici sfolgorarono come stelle nel buio delle età; se vi furono valorose guerriere, ardimentose cittadine, animose soccorritrici d’uomini caduti, e consigliere efficacissime di titubanti magnati, legislatori, e generali, non ne deriva, no, la conseguenza, che l’eccezione abbia vinta la regola. L’unità non parifica le migliaia nè l’individualità garantisce la specie, per quanto grandiosa possa essere ed apparire. Le piccole pluralità moltiplicate sono quelle che filtrano nelle masse ed influiscono all’andamento sociale.

Molte madri, molte mogli, molte sorelle, dirigono, formano la base della famiglia, e danno moto alla macchina che conduce l’uso, il costume, il bene ed il male, assai più che non possa fare una regina sul trono o sul campo; una poetessa, che sciolga carmi sublimi e scriva libri stupendi. Ecco dunque che non dalla piazza, non dal foro, non dalla tribuna, non