Pagina:Isernia - Istoria di Benevento I.djvu/105

Da Wikisource.

— 96 —

o eresse uno steccato di legno, o che si valse di altro recinto per farvi eseguire i ludi gladiatorii. E a ciò si aggiunge che da un’iscrizione scoverta presso le rive del fiume Sabato, e trascritta da Giovanni de Nicastro, appare che l’imperadore Commodo restaurò il teatro e le terme di Benevento, per cui i coloni beneventani vollero eternarne la memoria col dedicargli una lapide come ristoratore dell’antico teatro beneventano; mentre che da veruna iscrizione o avanzo di antico monumento si accenna all’esistenza di un anfiteatro in Benevento.

E oh! quanto è a desiderare che il nostro grandioso teatro, di cui si è quasi interamente conservato il pian terreno, uno dei più mirabili edifizii che gli antichi ci abbiano tramandati, edilizio meritevole certamente di essere dichiarato monumento nazionale, venga all’intutto dissepolto, col demolire le misere casucce costruite sui suoi rottami, e che nascondono tuttora alle ricerche dei dotti, e all’avida curiosità dei cittadini tanta parte d’un sì rinomato edifizio.

Nerone dimorò qualche tempo in Benevento, e alternando le sue ore di ozio tra gli spettacoli dei gladiatori e gli ameni diletti, non temperò la sua consueta ferocia e scelleraggine, e ne fece luminosa prova la morte di Torquato Silano, uomo chiarissimo per civili e private virtù, e che, per discendere dalla famiglia Giunia, e dallo stesso Augusto, era segno alla stima e ammirazione di tutti. Nerone ingiunse a venali accusatori di tacciarlo di prodigalità nel donare, e che si circondava di un gran numero di servi, alcuni col titolo di segretarii, altri di uditori e computisti, nel fine di cogliere il tempo propizio per tentare qualche possibile mutazione di governo, e furono per tale accusa catturati i più intimi liberti di lui; ma l’infelice Torquato, che antivedeva le mire del tiranno, non trovando altro modo per eludere una ingiusta condanna, e l’infamia del supplizio, si tolse volontariamente la vita. Da ciò prese motivo l’empio Nerone per dare parvenza di verità all’incredibile accusa intentata contro quell’illustre cittadino, e, simulando sensi generosi, asseriva che, sebbene Torquato Silano, conoscendosi colpevole,