Pagina:Isernia - Istoria di Benevento I.djvu/16

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codici di epigrafia, dei quali non poco si giovò il Mommsen nella sua lodatissima raccolta delle iscrizioni romane. E delle stesse 105 iscrizioni inedite pubblicate nel 1855 dal Garrucci, molte furono probabilmente desunte dai manoscritti smarriti del Verusio e del Viglione, o dagli scritti inediti di Mario della Vipera, o anche dalle schede conservate nella famiglia Pacca.

Come scrittori di storia patria, meritano poi specialissima menzione Giovanni de Vita vescovo di Rieti, autore dell’opera Thesaurus antiquitatum Beneventanarum; Giovanni de Nicastro arcidiacono di Benevento, autore della Pinacotheca Beneventana; il Sarnelli vescovo di Bisceglie, autore della Cronologia dei vescovi ed arcivescovi di Benevento; e il cardinale Borgia, già governatore di Benevento, che scrisse in tre volumi le Memorie storiche della città di Benevento. Ma di assai maggiore importanza era forse l’istoria di Benevento di Alfonso de Blasio, patrizio beneventano, opera inedita divisa in quattro volumi, che andò, salvo pochi frammenti, miseramente dispersa, intorno alla quale l’autore avea lavorato assiduamente per lo spazio di 30 anni, e di cui il Giannone, che ne lesse il manoscritto, affermava nel libro 26° della sua istoria «che avrebbe l’autore acquistato un nome immortale dalla sua opera, e che era una vergogna non essersi ancora trovato chi l’avesse fatta pubblicare.1»

Ma non ostante tali scritti editi ed inediti, allorché Benevento fu eletta capoluogo d’una florida provincia, fu comunemente sentito quanto importasse di possedere una com-

  1. Il de Blasio compì la sua opera nel febbraio del 1656, cioè nell’anno della famosa peste in cui di 18 mila abitanti, che noverava allora Benevento, rimasero in vita appena 4 mila, e in cui perì egli stesso e la sua famiglia. E del suo manoscritto mi fu dato nel 1870 di rinvenire nella biblioteca dei baroni dell’Aquila due libri del primo volume, in cui narratisi le guerre sannite, e pochissimi altri frammenti degli altri volumi: insomma pochi brani dell’opera irreparabilmente perduta.