Pagina:Isernia - Istoria di Benevento I.djvu/167

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città: trionfale quello di Traiano, e destinato l’altro a sostenere una torre che fu denominata de’ Rufini, dal casato d’una tale famiglia. Nella detta riedificazione della città il circuito dei pubblici muri fu angusto e inferiore al presente, poiché le muraglie che da un lato fiancheggiano la chiesa di S. Renato, oggi intitolata alla Vergine Annunziata, correvano direttamente sino ad una chiesa denominata di S. Angelo, ove si apriva una delle porte della città. Quindi estendevansi per la strada dell’Olivola sotto il palazzo Arcivescovile, e il monastero di S. Pietro sino alla piazza detta delle Calcari, cioè per tutto lo spazio compreso tra la vecchia Porta Rusina, e il luogo detto delle Fornaci, che contiene i quartieri di Porta Rusina e del Triggio. Tutto l’altro fabbricato che oggi si vede fu aggiunto da Arechi, sicché per più secoli questa parte aggiunta appellossi città nuova, e città vecchia tutta quella parte che fu costruita da Narsete. E i beneventani, memori dei ricevuti benesicii, eressero al duce greco una statua che sovrapposero ad una base statuaria, in cui incisero un’iscrizione, della quale, infranta e mutilata la base, vedeasi un frammento prima del tremuoto dell’anno 1688 in una bottega sotto la collegiata chiesa di S. Spirito, e che, restituito nella sua interezza dal Garrucci, è il seguente:

spectabili viro

justitia admirabili castita-

te conspicuo reparatori fori pro

magna parte conlapsi in ruinam

conditori curiae restitutori ba-

silicae cum porticibus sagitta-

riorum regionis viae novae

reparatori thermarum commodiana-

rum restitutori collegiorum repa-

ratori porticus dianae reparatori

basilicae longin1 ac totius prope civi-

tatis post hostile incendium condi-

tori ob insignia eius in omnem pro-

vinciam et praecipuae in se et patriam

suam merita populus beneven-

tanus ad aeternam memoriam

statuam collocavit.