Pagina:Isernia - Istoria di Benevento I.djvu/181

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longobardi furono nei primi tempi idolatri, ma in seguito i più di essi abbracciarono la religione dei vinti, salvo quelli che seguirono le dottrine di Ario. Nè si mostrarono tiepidi nel professare il culto cattolico, poiché eressero numerosi tempii, e sondarono monasteri con lauto censo, come afferma l’Ughello nell’Italia sacra. Inoltre la nazione longobarda fu devota in guisa del celebre S. Benedetto da edificare nella sola Benevento ben dodici monasteri di monaci e monache benedettine, e tutti d’ampii e ricchi poderi dotati; oltreché alla stessa smisurata opulenza della Badia di Montecassino contribuirono non poco varii principi di Benevento, e i popoli sottoposti alla loro dominazione. Ma il zelo per la fede cattolica si misura dalla loro venerazione per le reliquie dei santi, poiché rilevasi da scritture autentiche che Arechi principe di Benevento trasferì quivi dalla Grecia diversi corpi di santi, per farne bello il tempio di S. Sofia, e il suo esempio fu imitato dai suoi successori, i quali si diedero vanto di fregiare di reliquie la stessa reggia ducale.

Ma quali erano le condizioni dei beneventani durante la signoria dei longobardi? Eransi questi fusi con gl’indigeni in guisa da costituire un popolo solo, o è a credere non esservi mai stata tra essi una medesimezza di lingua, costumi, leggi e religione? e che non mai mescolaronsi coi matrimonii alle famiglie dei vinti?

Si ritenne un tempo che i longobardi, a guisa di bufera, sovvertirono tutto l’antico ordine di cose, abolendo le leggi e gli ordinamenti romani, nonché ogni reliquia di libertà civile. Ma quando il Savigny ebbe dimostrato che i longobardi conservarono il reggimento municipale romano, e concessero agli italiani l’uso della legge romana, allora cominciò a diradarsi la tenebra di quei tempi oscuri, e si chiarì che non erano i longobardi nè barbari nè ignari dei beneficii della civiltà.

Dopo di ciò cominciò a discutersi tra gli scrittori l’importante quistione se maggiori vantaggi sarebbero derivati all’Italia col venire interamente in balla dei longobardi. E a risolverla si accinse il sovrano ingegno del Manzoni col