Pagina:Isernia - Istoria di Benevento I.djvu/224

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facoltà soprannaturale (Cantù), si fosse favoleggiato che nel luogo ove la tradizione pose l’antichissimo noce, estirpato dal santo vescovo Barbato, tenessero gli spiriti infernali i loro principali convegni. Ma i due scrittori patrii che, attingendo dalla bocca del popolino le svariatissime leggende in voga a quei tempi, descrissero al vivo quanto credettero che fosse accaduto sotto una caverna in prossimità del celebre noce, o, dirò meglio, ripetettero tutto quello che le più strane fantasie sognarono intorno a quei favolosi convegni, furono Martino del Rio nelle sue disquisizioni magiche, e Pietro Piperno nel suo trattato che s’intitola de effectibus magicis et de Nuce maga beneventana, dato in luce nel 1647.

Essi assunsero a dimostrare che i convegni delle streghe soleano aver luogo lungo l’ampia contrada che, a cominciare dalla chiesa di S. Colomba, di cui avanza or solo il nome, e ove un tempo vedeasi il celebrato noce, si estendeva sino alla ripa delle Ianare — così i paesani chiamavano una ripa del fiume Sabato — e, secondo gli indicati scrittori, si procedeva ai riti di queste tenebrose congreghe nel modo seguente.

A qualunque donna che intendea essere istrutta nell’arte magica si dava a custodia un demonio, che si denominava Martinello o martinetto, al quale era commesso di vigilarla e di esaudirne ogni brama, e, quando riteneasi utile, si destinava un dato giorno al segreto conventicolo delle streghe. Ciascuno di essi demonii era astretto a darne avviso uno o due giorni prima alla compagna, ed esserle di scorta al congresso, tenendole vece di marito. Le streghe, prima di mettersi in via, si ungevano con un certo unguento, senza di che non avrebbero potuto sopportare il contatto del demonio, e poscia, levate in aria dai loro martinello, erano trasportate in poco d’ora ai luogo del convegno. Colà pervenute, traevano a far riverenza al demonio capo che ivi appariva assiso in forma d’un caprone o di cane su di un alto trono. E le riverenze alternavansi in assai strana foggia, perchè non consistevano nel piegare