Pagina:Isernia - Istoria di Benevento I.djvu/71

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lo stesso Gellio Egnazio che ebbe a vile di sorvivere alla sua disfatta. Fabio per una tale vittoria menò sui collegati un famoso trionfo, in cui i soldati celebrarono con canti le sue prodezze e l’eroica fine di Decio.

Dopo la vittoria di Sentino che costò molta perdita ai Romani, cinquemila Sanniti, campati a quell’eccidio, seppero con una felicissima marcia tornare nel Sannio, dopo superate infinite difficoltà, e, non ancora perduti d’animo, adunarono tre nuovi eserciti, affine di difendere il Sannio. E senza punto indugiare inondarono la Campania, portarono la devastazione e la strage nella valle del Volturno, e nei campi Vescini e Formiani, e con incredibile audacia aggredirono i Romani nelle loro medesime trincee, e ne menarono strage: indi invasero il paese dei Marsi, ove pugnarono gagliardemente contro i Romani, occuparono per via di sorpresa e saccheggiarono Interamna del Liri, colonia romana nella via latina; eseguirono una diversione in Apulia, e combattettero una gran battaglia intorno a Luceria. E in ultimo bandirono nella città di Aquilonia una generale rassegna di tutte le loro genti, per tentare gli estremi sforzi a difendere la patria indipendenza, e vi convennero tutti i Sanniti atti a trattare le armi.

A impedire che per tali apparecchi l’incendio della guerra si propagasse ai popoli confinanti, mossero subito contro i Sanniti i consoli Spurio Corvilio e Lucio Papirio. Costoro, dopo avere percorso il Sannio in tutti i punti, espugnando Amiterno e Duronia, si divisero, attendendo Corvilio al memorando assedio di Cominio, e Papirio a fronteggiare l’armata sannita attelata presso Aquilonia. Papirio, fatto intendere a Corvilio che avesse simultaneamente combattuto a Cominio per dividere le forze nemiche, investì audacemente l’armata sannita. Ma la legione Lintenta disposta a vincere o morire resse lungamente immota all’impeto delle schiere romane, quando il console ordinò a un tal Nautio che, ridotti in un luogo assai erto tutti i giumenti, nel tempo in cui più ferveva la mischia, facesse levare in alto la polvere, affinchè i Sanniti avesser creduto che nuove legioni romane fossero