Pagina:Isernia - Istoria di Benevento II.djvu/111

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contro gli alleati e la città di Benevento, e, istigato dal cardinale Crescenzio, diede in balìa dei suoi soldati il territorio beneventano, e ordinò che le sue agguerrite milizie, attendate tra Capua e Benevento, travagliassero incessantemente queste due città sino al suo ritorno dalla Sicilia.

Allora il cardinale Crescenzio, divisando svolgere i beneventani dall’ubbidienza a Innocenzo II, tramò delle insidie alla vita del Contestabile Rolpotone e de’ suoi aderenti, e tentò anche d’introdursi a tradimento nella città, e occuparla per Ruggiero. Ma la congiura fu svelata in tempo, i principali cospiratori furono dannati nel capo, e la città si mantenne nella fede di Innocenzo.

Nell’anno seguente il re Ruggiero, tornato di Sicilia, riprese la guerra contro gli alleati, e coi suoi prosperi successi astrinse la maggior parte degli avversari a invocare la pace e a dichiararsi suoi vassalli. Il Contestabile Rolpotone, veduta tanta viltà, temendo di cadere in mano del Re, e d’altra parte sfiduciato di potergli da solo resistere, trasse prima in Napoli, e poi salpò alla volta di Pisa, ma colto da siera burrasca, perì miseramente con un suo figlio. E siccome la città di Benevento era rimasta priva del suo Contestabile, e non atta a far difesa, perchè sfornita di sufficiente presidio; così vi potè entrare l’antipapa che, sostenuto dal re Ruggiero, ne prese il dominio, e dopo di avere disacerbata la sua collera col far eseguire molti atti crudeli, ordinò, per soprassello di vendetta, che fossero buttate al suolo le case dei più caldi fautori del papa Innocenzo II, e restituì nella Rettoria di Benevento il cardinale Crescenzio, il quale stato di cose durò in Benevento sino all’anno 1137.

Indi Lotario imperadore, ricordevole di essersi dichiarato difensore della S. Sede, spedì Arrigo IV suo genero, duca di Baviera e di Sassonia, per dare buono assetto alle cose di Innocenzo II. Arrigo congiuntosi al pontefice in Grosseto, tolse in prima Viterbo all’antipapa, e in seguito, senza appressarsi a Roma che si teneva per Anacleto, si recò nelle adiacenze di Benevento, ponendo i suoi alloggiamenti