Pagina:Isernia - Istoria di Benevento II.djvu/177

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carità di patria all’amore pei suoi congiunti, non avesse strenuamente difesa la città con la morte di non pochi dei seguaci di Antonio.

La tranquillità di Benevento non fu per qualche tempo turbata dai cittadini divisi in fazioni; ma i memorabili fatti politici che dal 1525 in poi accaddero in Italia apportarono nuove perturbazioni, dando luogo a un momentaneo cangiamento di governo nella città di Benevento. L’imperadore Carlo V, dichiaratosi ostile alla Santa Sede per ragioni politiche, e specialmente per l’avidità di aggiungere ai suoi stati anche l’Italia, invase il regno di Napoli, occupando anche la città di Benevento; la quale ebbe a sopportare inestimabili danni per causa di settemila rapaci soldati spagnuoli che per due mesi vi fecero dimora.

Però non trascorse assai tempo che gli Spagnuoli, vedendosi in odio ai cittadini, posero in abbandono la città di Benevento, la quale fu retta novellamente dalla Santa Sede. E benchè in appresso gli stessi spagnuoli tentassero di rioccuparla, danneggiandola con le artiglierie, pur tuttavia ne deposero indi a poco il pensiero, scorgendo che i cittadini detestavano la straniera dominazione. Un tal fatto è omesso anche dagli storici che narrarono prolissamente i fatti della vita di Carlo V, come il Giovio ed il Robertson, ma è accertato da documenti autentici, la cui fede non può essere attenuata da chicchessia. E in tale occasione il pontefice Clemente rese grazie ai beneventani della loro fedeltà alla Santa Sede con una lettera di cui conservasi copia nell’archivio della nostra città. L’avversione dei beneventani per la Signoria Spagnuola, quantunque l’imperadore Carlo V avesse confermato alla città di Benevento tutti i più estesi privilegi, di cui fu dotata nel tempo della occupazione di Carlo di Angiò, e avesse decretato che le fossero restituiti gli antichi confini, fa chiara fede che essi abbonarono sempre la dominazione straniera. E infatti prima e dopo la battaglia di Canne, i Beneventani rifiutarono l’alleanza di Annibale, perchè straniero; difesero eroicamente il patrio suolo contro gli eserciti di Carlo Magno, di Pipino, di Totila, di Roberto Gui-