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manza dei suoi tribunali, dall’ampiezza della sua diocesi, da la sua dogana, a cui affluivano tutti gli abitanti della Valle Caudina, e dai molini che sorgevano allora non solo lungo le acque del Sabato, ma anche sulle rive del Calore. Nè cittadini più facoltosi traevano vita inerte e disutile, ma vece consociati in sodalizi! attendeano a svariate industrie, contribuendo in tal modo con la loro operosità al maggiore incremento del commercio. Inoltre accadea non di rado. che per essere Benevento una città straniera nel napoletano molti fuorusciti, e spesso anche i più potenti cospiratori contro il governo dei Vicerè, che allora facea sì indegno strazio delle più vaghe contrade d’Italia, traevano in Benevento, come sicuro ricovero, e quivi, mescolandosi negli affari del paese, e spendendo profusamente, per quanto lo comportavano le loro entrate affine di acquistarsi la benevolenza dei cittatadini, favorivano in più modi il commercio, e contribuivano al lieto vivere degli abitanti.
Vi era anche in Benevento, nel tempo degli ultimi fatti da me narrati, il così nominato ghetto degli Ebrei, i quali abitavano nel vico che oggi dicono la Madonnella. Gli Ebrei presero stanza la prima volta in Benevento verso l’anno 1198, poichè nel necrologico di S. Spirito, compilato in detto anno si notano le parrocchie di S. Nazzaro della Giudeca, le quali furono denominate in tal modo per essere contigue a ghetto di Benevento. E nelle più antiche scritture della città si fa menzione della chiesa di S. Stefano de Neofilis, per avere ivi nel 1374 Ugone Guidardi congregato il suo concilio provinciale, in cui tra le altre cose ingiunse che non fossero astretti li Ebrei per intolleranza religiosa a ricevere il battesimo. Rilevo inoltre dal nostro Archivio comunale che Pio II con sua bolla emanata nell’anno 1459 per mantenere l’ordine pubblico, che agli Ebrei, i quali dimoravano in Benevento, si facesse obbligo di recare sugli abiti un certo segno, affinchè potessero agevolmente distinguersi dai cristiani.
Gli Ebrei per molto volgere di tempo, ancora che speculassero assai sottilmente, non riuscirono dannosi alle in-