Pagina:Isernia - Istoria di Benevento II.djvu/21

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ne da Quintodecio a Benevento delle ceneri di S. Mercurio Martire, vissuto ai tempi di Decio imperadore, le quali furono collocate nel tempio di S. Sofia, e per lungo volgere di tempo fu il detto S. Mercurio tenuto in conto di uno dei principali protettori della città. E Arechi tentò pure di trasferire nello stesso tempio il corpo di S. Martino Confessore, che era stato interrato in una spelonca del monte Massico, presso Carinola (Michele Monaco): ma non gli riuscì per cause che non è possibile di accertare.

Ora di un sì celebrato e storico tempio, diroccato dai tremuoti, non avanzano che i tumuli di Godefrido figlio al principe Grimoaldo, e del principe Landolfo che ebbero sepoltura in S. Sofia. Le sei colonne centrali dell’esagono, quattro di granito bigio e due di bardiglio, si appartengono all’antica chiesa; e sono pure antiche le due colonne di granito bigio che reggono il grande arco sulla facciata esterna; e un basso rilievo collocato sulla porta della chiesa, il quale ritrae S. Mercurio che in abito da soldato addita al divin Redentore il principe Arechi, che gli sta dinanzi genuflesso con la corona sul capo, e adorno di regio ammanto. E infine il De Vita e qualche altro autore ritengono che anche la porta dell’attuale chiesa con la lunetta sia un avanzo dell’antico tempio, benchè il Gregorovius dissenta da tale opinione. E a questo proposito accennerò pure l’opinione di alcuni cronisti i quali ritengono che per la primitiva costruzione del tempio Arechi siasi avvalso di materiali di antiche fabbriche, comesi era cominciato a praticare in quel tempo, secondo il parere dello stesso Cordero da S. Quintino. (Meomartini)

Il chiostro dell’attuale convento, che non può dirsi addirittura quello eretto da Arechi, alletta oltremodo tutti i riguardanti che amino di mirare in un sol luogo le svariate forme che assunse l’arte nei tempi di mezzo; e porge indicibile diletto con le sue svelte arcate quadrifore, dagli archi moreschi che poggiano su colonnine dai vario scolpiti capitelli; e più ancora perchè può dirsi quasi unico nel suo genere non pure per la sua antichità, ma per avere l’arco a