Pagina:Isernia - Istoria di Benevento II.djvu/249

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parola, per cui non era il caso di procedere a inquisizioni. Pur non di meno, per le malevoli insinuazioni di alcuni beneventani, nel giorno 14 settembre fu spedito anche in Benevento un visitatore, e fu Mons. Fra Ludovico vescovo di Policastro dell’Ordine di S. Francesco, il quale elesse per sua dimora il palazzo della rocca Pontificia. I delatori, mossi da odio privato, e non già da smodato zelo per i dritti del re, esibirono al visitatore carte e processi compilati contro tutti coloro che avean tolto di mira. Il visitatore con rigido contegno ordinò che fossero esaminati i testimoni e riformati gli atti processuali.

Nel giorno 12 ottobre fu emanato l’ordine di carcerazione di 20 cittadini, che, secondo il desiderio dei loro nefandi delatori, avrebbero dovuto essere messi a brano. Eglino tuttavia furon difesi con forma di sommario procedimento. Quattro furon dichiarati innocenti, cinque uscirono dal carcere per difetto di prova, ma coll’obbligo della consegna, secondo l’uso di quei tempi, e ad undici fu inflitta la pena dell’esiglio ad tempus, oltre i confini del regno, e dopo siffatta decisione il visitatore si recò a Montefusco nel 29 ottobre a vessare altri infelici. È superfluo poi il dire che i cittadini dannati al bando non erano partigiani della repubblica, ma, avendo adempiuto ad alti uffici nel tempo che i francesi dimorarono in Benevento, eransi unicamente dimostrati propensi alla Francia, chi per avidità di guadagno, chi per timore, chi per simpatia alla nazione francese, e chi per esser cupido di dominare, e per questo divennero argomento di odio a molti dei loro concittadini. Essi non potettero partecipare al benefizio dell’indulto, perchè la loro condanna ne precedette la pubblicazione. La sentenza che li condannava all’esilio fu eseguita nel 19 maggio, ed essi furono trasferiti in Salerno, e poi a Napoli, donde salparono per Marsiglia, e vi giunsero ai 9 luglio 1800. L’indulto pubblicato ai 30 maggio di quell’anno, giorno onomastico di Ferdinando, era così concepito «ci siamo piegati ad accordare, siccome accordiamo, un general perdono, a tutti coloro, i quali avessero commesso prima o dopo l’entrata delle trup-