Pagina:Isernia - Istoria di Benevento II.djvu/276

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verno trovasse ministri ed impiegati liberali, e non si avvalesse di uomini che si fecero ricchi negli antichi abusi del sistema gregoriano, creò un secondo ministero con due soli ecclesiastici il cardinale Antonelli, Presidente del Consiglio dei ministri, e il Cardinal Mezzofanti ministro dell’istruzione pubblica. E dopo ciò si fece promotore d’una confederazione italiana, per la quale le più belle speranze germogliarono nel cuore di tutti i patrioti.

Non è a dire se tali novità fossero state accolte con indicibile allegrezza in Benevento, che, come desta da lungo letargo, parve rinascere a nuova vita. La coccarda tricolore ornava il petto dei giovani. In tutte le ore del giorno, e specialmente nella sera, inni, canti, balli, battimani, girandole, luminarie, facean della gioia un delirio, e i nomi di Pio IX e di Gioberti echeggiavano di continuo per tutte le vie della città. I soli gesuiti videro naturalmente di mal viso tanta pubblica gioia, e per questo eccitarono l’indignazione generale. E perciò al primo levarsi nel popolo il noto grido «fuori i gesuiti» essi non indugiarono a chiudere le loro scuole e a battersela. E quindi il seminario dei chierici riacquistò i proprii insegnanti, che furon quasi tutti di Benevento, e i pochi forestieri ebbero alloggio e vitto nello stesso seminario, insieme al Rettore Sig. Bartolomeo Capasso, come si costumò di fare prima del 1825.

I professori che nel 1848 insegnarono nel seminario di Benevento si mostravano sottosopra liberali, ma d’un liberalismo di che Dio ci scampi. S’inneggiava e plaudiva di continuo a Pio IX e all’Italia; ma solo per pompa rettorica. Era una vera Arcadia politica, e gl’insegnanti del Seminario si godevano uno stato di cose da essi non mai sperato, e nel modo stesso che, facendo plauso a quel baccanale politico, inneggiavano a Pio IX e all’Italia risorta, avrebbero, con eguale sincerità di convenzioni, inneggiato alla servitù d’Italia e al dispotismo dei suoi sovrani.

Non tutti però i beneventani si cullavano d’infantili illusioni, paghi d’inutili feste e bagordi, ma non pochi di essi divisavano i modi migliori, per aggiungere al reame delle due