Pagina:Isernia - Istoria di Benevento II.djvu/307

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prescindendo dalla questione sulla maggiore o minore opportunità del sito, si ornò tosto di lapidi, monumenti e cappelle, da sostenere il paragone di qualunque altro camposanto delle provincie meridionali.

E alla costruzione del camposanto tennero dietro altre opere di gran rilievo, nel tempo che resse la provincia di Benevento l’ottimo Prefetto Emilio Cler, il quale, se non fece buona prova in politica, allorchè, in virtù della legge Pica, mandò a una specie di domicilio coatto diversi preti innocui, fu sempre solerte e ineguagliabile amministratore da meritare la perpetua riconoscenza dei beneventani. Egli promosse e mandò felicemente a termine l’asilo d’infanzia, istituzione nuovissima in questa provincia, combattendo inveterati pregiudizi!, e vincendo gli ostacoli suscitati dalla gente

A Dio devota, e al ben oprar restia,


fondò il nuovo carcere, l’asilo di mendicità, e ottenne che il governo facesse dono alla nostra città del convento dei


    secolo dell’Era Cristana si cessò d’infierire contro i così detti Nazzareni questi abborrendo non solo il culto che si rendeva dai gentili alle loro deità, ma anche i loro riti, ebbero a vile le tombe e le memorie dei loro maggiori. Laonde è lecito per lo meno congetturare che per questo si lasciasse derelitto e deserto l’antico sepolcreto, e l’aratro solcasse quel luogo che pur era sacro per memorie e ricordanze soavi. E forse in tempi non lontani, quando per i tremuoti ruinò gran parte della città di Benevento, è probabile che dal vicino sepolcreto fosse tolta non poca parte della materia che servi alla costruzione delle nuove case, e ciò solo darebbe ragione di tante pietre sepolcrali sparse in tutti i punti della città. E che dopo il quarto secolo i cristiani si elessero un altro luogo per proprio camposanto si può dedurre dalle moltissime iscrizioni con epigrafi cristiane disascoste sulla strada appellata S. Pietro la Fora. E però in una età di tolleranza religiosa, in cui tutti rifuggono dalla idea che la carità fraterna debba essere distrutta dalla difformità delle credenze religiose, possiamo allegrarci che il nuovo camposanto, destinato a raccogliere gli avanzi di un popolo cristiano, si sia costruito là dove si deposero nella antichità le salme dei Gentili, onorate anch’esse dalle lagrime dei congiunti e degli amici, e dalla riverenza dei passaggeri.