Pagina:Isotta da Rimino Mazzucchelli.djvu/7

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(9)1. La seconda moglie, ch'ei prese, fu Polissena figliuola di Francesco Sforza Generale de' Veneziani, la quale fu da lui sposata in Fermo a' 22. di Settembre del 1441; e condotta a Rimino a' 29. d'Aprile del 1442 (10)2 con magnifica pompa descritta dal Clementini (11)3. Questa gli morì nel 1448. o, com'altri vuole, sul principio di Giugno del 1449; e al riferire d'Enea Silvio, di Fra Filippo da Bergamo, e del Clementini, non ebbe miglior sorte della prima; perciocchè si dice che morisse soffocata da lui con un asciugatojo avvoltole strettamente al collo; e perciò dal citato Enea Silvio fu scritto, che di tre moglj, ch'ebbe Sigismondo (perciocchè forse gli fu ignora la quarta, cioè la nostra Isotta) di una si liberò col ripudio, dell'altra col veleno, e della terza col laccio (12)4.

  1. Raccolto cit. Par. II. pag. 319.
  2. Cronica Riminese, loc. cit.
  3. Raccolto cit. pag. 314.
  4. Così scrive il Clementini, nel Raccolto cit. a car. 363. il che pur da memorie manoscritte di que' tempi vien confermato. In una Cronica a penna in pergamena, che tuttavia si conserva nell'Archivio del Convento de' Padri Minori Conventuali di S. Francesco da Rimino, che si crede composta da F. Alessandro da Rimino Proccuratore di quel suo Convento, sebbene altri la creda scritta da Autore più recente, si leggono le seguenti notizie intorno a Sigismondo Malatesta, e alle sue Moglj: Iniquus Princeps (cioeè Sigismondo) cuidam foeminae nobili Comitiis Karmaniola filia matrimonium promisit, et postquam opulentam dotem sibi vindicavit, juvenem dictamm repudiavit, quod accidit A. Nat. Domini 1431. Sequenti autem anno 1433. Juniperam Essentem duxit, qua a conjuge, ut dictum fuit, venenoso ptu occisa, Polisenam alteram supradictam ex nobili stirpe Sfortia in mulierem accepis de anno repar. Sal. 1440.et hac quoque necata tertiam sumpsit nomine Isotam de Achtis Ariminensem, qua cum per multos annos libere sine matrimonio vixit. Veramente quella Cronica non fu scritta che circa il 1528. dal detto P. Alessandro. Ma questi asserisce quivi con suo giuramento, che le suddette cose con tutte le altre da lui scritte in detta Pergamena sono state estratte fedelmente da certi antichi Scritti sopravanzati ad un incendio, che arse la Sagristia del Convento al tempo di Paolo II. e a piè della Pergamena vi si legge l'Autentica di due Notaj coi loro rispettivi segni, attestando esser vere tutte le cose soprascritte, ed a loro note, e da loro vedute negli antichi originali, prima che fossero trasportati a Roma, il che fu al tempo di Clemente VII. nel 1528. Della notizia del Codice suddetto, come altresì di alcune altre, delle quali sarò uso appresso, io mi confesso debitore al chiarissimo Sig. Dottor Giovanni Bianchi di Rimino, che con sua lettera mi ha dato in ciò saggio egualmente della sua gentilezza, che della sua singolare erudizione