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Pagina:Issel - Viaggio nel Mar Rosso e tra i Bogos, Milano, Treves, 1876.djvu/124

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98 viaggio nel mar rosso e tra i bogos.

tra i quali gioverà ricordare il Bucco margaritatus, un Tockus fornito di ampio becco rosso e di lunga coda, e lo strano Bucorvus abyssinicus, che avrò più tardi occasione di descrivere.

Al tramonto ci trovammo allo sbocco della valle di Gaba, in una sorta di anfiteatro formato da un monte coperto d’erbe, ma spoglio d’alberi. Dovendo qui pernottare, ci accampiamo in un prato, in mezzo ad un recinto di pruni e di sterpi, qual difesa contro le iene, i leopardi e i leoni. È necessaria una tal cautela, poichè le belve che infestano di nottetempo quei pressi, mentre attaccano talvolta gli animali domestici e perfino l’uomo in campo aperto, non ardiscono quasi mai oltrepassare la più piccola siepe per ghermire la preda. Riparate alla meglio le breccie esistenti nel recinto, i miei uomini adunarono una certa quantità di legna secca, destinata a mantenere un fuoco acceso tutta la notte, precauzione anche questa efficacissima a tener lontane le fiere.

La notte sopravvenne quieta, fresca, serena, ed io mi posi allora supino sull’erba, ascoltando i suoni indistinti che uscivano dalla vicina boscaglia e mirando sopra di me la vôlta purissima del cielo risplendente di stelle. Gli Abissini frattanto, raccolti intorno al fuoco, per riscaldarsi, erano stranamente illuminati dai riflessi rossastri della fiamma vacillante, d’innanzi alla quale spiccavano le forme loro snelle e corrette. Il gruppo bizzarro mi rammentava un ingenuo dipinto che orna certa antica cappella di campagna, nel quale l’artista ha figurato, avvolte fra le guizzanti fiamme, alcune povere anime del purgatorio dal corpo nero (perchè non ancor monde dal peccato) e colle mani levate in atto di chiedere misericordia. Sentendo poi farmisi gravi le palpebre, mi abbandonai al sonno e dormii saporitamente fino al mattino. Gli uomini imitarono il mio esempio, ad eccezione di uno che rimase di guardia per vegliare alla sicurezza dell’accampamento ed alimentare il fuoco.

Ritemprati dal riposo e più ancora dalla temperatura relativamente bassa (circa 15° cent.) goduta nella notte, ci alziamo col sole e si riprende il cammino. Questo comincia coll’ascesa del Dubbur Sciair, l’alta montagna alla cui base abbiamo per-

    in Egitto, al capo di Buona Speranza. Furono distinte in Abissinia: l’H. habyssinicus, Hemp. e Ehr., l’H. Brucei, Gray, ed una terza specie ancora dubbia.