Vai al contenuto

Pagina:Issel - Viaggio nel Mar Rosso e tra i Bogos, Milano, Treves, 1876.djvu/88

Da Wikisource.
70 viaggio nel mar rosso e tra i bogos.

somma non v’ha alcuna regola fìssa; e di più cogli sbarchi clandestini e colla fuga dai lazzaretti si deludono le più severe prescrizioni.

Dahlac è una terra a rive frastagliate e sbocconcellate, con seni a golfi assai profondi, che ha una lunghezza massima di circa 30 miglia ed una larghezza che raggiunge quasi le 15 miglia in alcuni punti. La sua popolazione, secondo il computo dei moderni viaggiatori, ascenderebbe a 1600 abitanti 1; ed in numero di circa 600 sarebbero quelli che popolano le isole minori dell’arcipelago: Nora, Harat, Dahal, ecc. La lingua parlata nel paese è un idioma somigliante a quello dell’Amasen, provincia abissina. Tra i villaggi di Dahlac meritano di esser rammentati Debullo, sede di una fiera, nella quale annualmente si smerciano i prodotti della pesca delle perle e delle madreperle, industria principale di quegli isolani; nonchè Dahlac-el-Kebir, ragguardevole per le sue antiche cisterne, attribuite ai Persiani 2, e per certe tombe, le cui iscrizioni cufiche risalgono ai primordii dell’islamismo.

Prima di sera ci recammo, il mio compagno ed io, alla spiaggia di Gumeleh, distante una mezz’ora dal villaggio, e colà, essendo giunta la mia barca, convenne separarsi, giacchè egli si proponeva di percorrere l’interno dell’isola, ed io invece avevo in animo di proseguire la mia escursione per mare e di visitare una pescheria di perle. Salito a bordo al sambuk, provai un senso di solitudine e di scoraggiamento, trovandomi così solo frammezzo a gente ignota, ch’io a mala pena intendevo, e che meno ancora comprendeva me. Si trovavano a bordo, oltre al nachuda Abu-Baker, nativo dell’Egias, tre marinai del Jemen, un mozzo, il cui principale ufficio era quello di preparare ogni giorno il dura per l’equipaggio, e due giovani abissini che avevo presi al mio servizio. Ben presto quella trista impressione fu cacciata dal pensiero delle cose interessanti che avrei vedute e dell’incremento che da questa gita sarebbe provenuto alle mie raccolte. Con tale idea pel capo mi addormentai, ed il mio sonno, conciliato dalla fresca brezza notturna che

  1. R. Andree, Abessinien, pag. 159, Leipzig, 1869.
  2. Nel 590 dell’êra nostra i Persiani si impadronirono dell’Arabia Felice e delle isole del Mar Rosso.