Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/63

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5i D. Pietro di Toledo con i baroni, e lo costringono ad abbandonar quel luogo: porta quindi il sacco e fuoco in Ischia e Procida. Riserbato avea il barbaro un ugual destino ad Amalfi ma allorché a^ 27 g^ug^<> ^^44 ^^ flotta barbaresca tentò avvicinarvisi, il soccorso dell’Apostolo con sommo prodigio accorse in difesa; e mentre in quel solstizio delP està sereno era il giorno ed il mare lieto e tranquillo, suscitasi fiera ed orribile tempesta. Nelle dense nuvole mugge orribilmente il tuono, saccede dirotta pic^gia^ e sterminati cavalloni avvolgendo da per ogni lato le navi barbaresche Tuna contro Taltra urtandosi e disperdendosi son poste tutte nel più orribile disordine. Scampata la Costiera da un tal periglio, fu stabilito celebrarsi in memoria e ringraziamento di si segnalato giorno, solenne anniversario votivo approvato dalla s. Sede Apostolica. *— Così Barbarossa sbaragliato dalla tempesta senza verun profittò, raccolte le sue malconce navi andossene ad ancorare nel golfo di Policastro, laddove datovi il saccheggio, rivolse le prore a Lipari che subì un uguah destino, con la prigionia di moltissimi cristiani (i). U numero delle chiese che un tempo si frequentavano in questa Città, altamente comprovano la somma pielà dei nostri maggiori verso al divin culto, non che una pruo(1) Costo Moraor. de’ successi del regno di Niip. pag. 47,