Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.1.djvu/373

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napoleone 351

mini dipende dall’altezza de’ loro sentimenti più che dalle speculazioni dell’astuzia e dell’egoismo».

Questa frase scriveva il successore di Napoleone1, col quale è difficile non voler metterlo a parallelo. Napoleone III ebbe la fortuna, che l’altro si augurava, di non esser il primo della dinastia, ma ciò lo obbligava ad atti e a passi che repugnavano al suo carattere ed a’ suoi tempi. Non si è Napoleone per niente. Talenti artistici, letterarj, democratici ebb’egli, come l’altro gli aveva amministrativi e guerreschi; una cortesia inalterabile e calma, lontana dalle grossolanità naturali e dalle collere simulate dell’altro. Diversa n’era stata l’educazione, diverse le parentele, giacchè questi trovava i suoi consanguinei presso ai troni di Monaco, di Stokolma, di Olanda, di Wirtemberga, di Pietroburgo; onde era principe più che rivoluzionario, nè altri poteva appropriargli il titolo di parvenu che ironicamente egli s’attribuì. Pochi, anche fuor della sua fortuna, hanno studiato tanto i bisogni del popolo, veduto l’avanzarsi del quarto stato, e procurato non impedirlo ma regolarlo. Napoleone imperatore ripudiò la moglie cittadina per volersene una imperiale; questi la cercò fra le cittadine. Nessun altri ha fatto più ampia l’apologia delle idee napoleoniche, ma sentivasi a quelle condannato nel governo interno assoluto come nella politica esterna sommovitrice e fin nella cosa cui più repugnava, guerre costose come quelle dello zio2. Se non che il nostro procedeva lento, riguardoso, attento a velare e addolcire i colpi politici, frapporvi lunghi intervalli di pace, blandire i vinti. Ma creatura della democrazia, chiarì quanto valgano i governi che non sanno elevarsi sopra le esigenze della popolarità. Sbarazzatosi coi modi stessi dello zio dagli impacci costituzionali, governò la Francia più a lungo di qualunque altro dopo la rivoluzione, e le procurò una prosperità materiale, di cui doveano offrire portentosa prova le immense sventure so-

  1. Vie de Jule César.
  2. Vogliono che le guerre della rivoluzione e del primo impero costassero tre milioni di vite. Per quelle del secondo impero le statistiche danno:
         Spese di denaro      d’uomini
    Guerra di Crimea 8,500,000,000 80,000
    » d’Italia 1,500,000,000 60,000
    » di Cina, Cocincina e Messico 1,000,000,000 65,000

    La guerra del 70-71 impone alla Francia 9500 milioni, e costò da 80 a 100,000 uomini.