Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.2.djvu/198

Da Wikisource.
188 illustri italiani


Non si può dire che l’Istituto, in quel mezzo e dappoi, si tenesse estraneo agli studj linguistici; e, a tacer altro, fra le poche carte che il vecchio trasmise al nuovo Istituto, troviamo l’esame fatto da Monti e da Rossi del Dizionario dei sinonimi italiani dell’abate Romani ancora manoscritto: e dell’altra opera di esso sul ridurre a logici principj la lingua nostra, e sulla libertà della lingua italiana, accolte favorevolmente, quanto invece trovossi a disapprovare il Dizionario della lingua greca di Bernardo Bellini.

La reputata ditta Fusi e Stella, nell’agosto del 1819 avea presentato all’I. R. Governo un’istanza, dove, accennando il favore dato da questo al concetto d’un nuovo Vocabolario della lingua italiana degno del secolo s offrivasi di intraprenderne a propria spesa e rischio la stampa, dividendo a metà coi compilatori il vantaggio che risultasse dalla vendita. L’Istituto sceglierebbe i compilatori, fra cui il Monti: prescriverebbe il sistema e le norme. Valutavano richiedersi 600 fogli in-4° da tirarsi a 6000 esemplari: laonde richiederebbe la spesa di 150,000 franchi. Chiedeauo pertanto, non che il Governo regalasse somme, ma che comprasse un numero di copie, anticipandone il prezzo, come aveva adoprato il Governo italiano con la collezione de’ Classici antichi. Quella, diceano, fu compita in 250 volumi; ora le fan compimento i Classici moderni: sicchè, ove dai tipi medesimi si pubblicasse anche il Vocabolario della lingua, questa capitale delle Provincie lombarde potrebbe gloriarsi d’aver, più d’ogni altra città, sostenuto l’onore della letteratura e della lingua nazionale1.

L’Istituto interpellato facea riflettere, che non trattavasi di stampare un lavoro già compiuto, bensì di farlo: e che lo facesse l’Istituto. Or questo, attenuato com’è, non potrebbe mai addossarsi tale fatica: nè sarebbe decoroso che un lavoro, dal Governo attribuito all’Istituto, venisse pubblicato per privata speculazione, a discrezione e onore di libraj, de’ quali esso sarebbe il ministro o cooperatore; mentre in Toscana il Governo s’è fatto primo ed unico promotore, benefattore, patrono del nuovo Dizionario della Crusca (Seduta 2 dicembre 1819).

In queste objezioni sentesi il proposito di non fare: ma altri, del Corpo stesso, poneva al divisamento librario alcuni appunti, eppure conchiudeva di accettare, rassegnando al Governo il disegno di un Dizionario, in un sol corpo o in due, distinguendo, cioè, il tecnico dal parlato: de’ collaboratori la rimunerazione non dovrebbe dipendere dalla discrezione di stampatori nè dall’esito dell’edizione: ogni sei mesi si farebbe noto all’autorità il risultato dei lavori, e speravasi compierlo in tre anni, non meno; ripu-

  1. Non è da tacere che il siciliano barone Corvaja che per alcun tempo empì l’Italia de’ suoi progetti di bancocrazia, derisi come sogni quando ancora non si conosceva la potenza delle banche e delle associazioni, ne fece uno per ottenere il perfezionamento della lingua italiana, che consisteva nel farsi un Dizionario da deputati di ciascuno Stato della penisola, con certi avvedimenti, per cui ne risultava un vistosissimo guadagno.