Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.2.djvu/201

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I frati! oh i frati erano un marame d’oziosi che non sapevano se non pregare e studiare. Inoltre facevano la carità a chiunque la cercasse, e così fomentavano l’ozio negli altri. Inoltre profittavano dell’ignoranza, e perciò la fomentavano, nemici dei buoni e dei dotti e dei libri. Inoltre.....

Queste cose le sentirete dire con intrepida asseveranza dai tanti che non sanno se non ripetere quel che hanno udito, che non sanno attribuire alle cose altro valore che quello del listino di piazza. Ma se aprite gli occhi, qua a Milano fuor di Porta Romana vedrete che le campagne meglio coltivate e più fruttifere son quelle attorno a Chiaravalle, dove i frati introdussero primi l’irrigazione regolare e i prati a marcita e la coltura del riso e la fabbricazione dei formaggi. E in mezzo alla città troverete il palazzo di Brera, dove prima stavano frati che insegnarono alla Lombardia la fabbrica de’ panni, e con questa arricchirono sè stessi e il paese: e dopo passò ad altri frati, che vi posero un’Università, fiorente di ogni studio. E fuor di Porta Tenaglia troverete la badia di Garignano, con altri frati, dai quali andava a cercare lumi e colloquj il Petrarca, e che faceano lavorare i migliori scultori e pittori, e valga per tutti Daniele Crespi.

E appunto un di questi frati di Garignano, andando attorno a consolare i poveri, com’essi facevano, tra i figlioletti dei contadini ohe venivano a baciargli la manb e chiedergli la benedizione ne distinse uno pien d’ingegno e vivacità, e cominciò a insegnargli qualche cosa; gli altri frati tolsero a volergli bene, e poichè non volle farsi frate, lo mandarono a Milano a Brera, dove altri frati teneano scuole fiorentissime, e aveano piantato allor allora un orto botanico e un osservatorio astronomico; istituzioni nuove a Milano.